Condividi: 43        Debian GNU/Linux, si sa, è tra le distribuzioni più stabili e sicure del sistema operativo del Pinguino, tanto da essere punto di riferimento per molti utilizzatori – specialmente sui server aziendali, ma anche su workstation dedicate a lavori mission critical – e per tantissimi sviluppatori. A partire da essa, infatti, è stato realizzato nel corso […]

Debian GNU/Linux, si sa, è tra le distribuzioni più stabili e sicure del sistema operativo del Pinguino, tanto da essere punto di riferimento per molti utilizzatori – specialmente sui server aziendali, ma anche su workstation dedicate a lavori mission critical – e per tantissimi sviluppatori. A partire da essa, infatti, è stato realizzato nel corso degli anni – Debian è anche una delle “distro” più anziane, nata nel 1993, appena due anni dopo che Linus Torvalds ebbe creato il kernel Linux – un numero impressionante di “derivate”, delle quali Ubuntu è stata ed è ancora senza dubbio la più conosciuta e utilizzata.
La solidità di Debian è sempre andata di pari passo con una certa “spigolosità”. Non si tratta di una distribuzione propriamente user friendly: la volontà di offrire esclusivamente software libero ha comportato una ben nota difficoltà del sistema nel riconoscere nativamente periferiche il cui funzionamento si basi su driver proprietari. E così, installare Debian su un computer portatile, ad esempio, ha sempre creato ostacoli non di poco conto: schede video Nvidia e AMD, touchpad, rete wireless molto spesso non funzionano a dovere, almeno non a sistema appena installato, costringendo l’utente a “smanettare” non poco per cercare e installare i driver corretti. Talvolta, senza risultato.
Da grande appassionato di Linux quale io sono, a più riprese, negli anni, mi sono interessato a Debian e ho tentato di installarlo sui miei computer. Sempre, però, con scarso successo. Un po’ per i motivi che ho citato: la difficoltà nel configurare correttamente le periferiche mi ha ogni volta fatto desistere dall’obiettivo. Un po’ perché la versione stabile – lo si sente ripetere ovunque in rete – è stabile proprio perché resta uguale per almeno due anni e, a parte le patch di sicurezza, non offre aggiornamenti al software, che così resta uguale appunto per due anni, mentre già solo Ubuntu – per citarne una – si aggiorna ogni sei mesi. Io amo lavorare con software aggiornato, per cui avevo provato ad utilizzare la versione unstable di Debian, quella cioè che riceve aggiornamenti pressoché quotidiani, a scapito però della stabilità del sistema; e infatti, dopo un paio di episodi di provvisoria instabilità (pacchetti rotti, periferiche non più funzionanti), un giorno dopo un ulteriore upgrade il server grafico non si è più avviato.
Appassionato sì, ma così tanto competente da risolvere problemi di questo tipo no. Allora ho lasciato perdere, tornando alle distribuzioni *buntu, poi per un certo tempo a Mint e ora di nuovo a Kubuntu, come scritto in questo articolo. Nel frattempo, però, avendo implementato una rete sia a casa che in studio, con un piccolo server per ciascuna, su entrambi ho installato Debian stable, questa volta con successo e soddisfazione, anche perché un server non è una macchina su cui lavorare quotidianamente, dunque questo sistema operativo è più che valido.
E poi fu il Coronavirus: il lavoro a distanza con i ragazzi, ma anche un po’ più di tempo da trascorrere forzatamante a casa. Così, sempre curioso e mosso dalla mai sopita volontà di avere una Debian “pura” (e non una derivata) sui miei computer, ci ho rimesso mano. Ho provato a installare l’ultima Debian 10 «Buster» con desktop KDE (a questo non rinuncio!) sul portatile. Beh, è filato tutto liscio, o quasi: ho soltanto dovuto scaricare, successivamente, i driver corretti per la scheda video Radeon e per la webcam, non riconosciute in fase di installazione. Il resto, perfetto: audio, microfono, touchpad, scheda WiFi funzionanti da subito. Dopo, ho fatto ciò che mi consente di avere software aggiornato: sono passato al ramo testing, un buon compromesso tra stabilità e usabilità. Ha aggiornato tutto, così ora mi ritrovo le ultime versioni di tutto il parco software disponibile. Un po’ di timore all’inizio, subito fugato dal perfetto funzionamento di tutto quanto. Tutto quello che mi serve c’è, compresi Firefox “genuino” (non la versione ESR offerta da Debian), Skype e VirtualBox – scaricati dai rispettivi siti –, nonché WhatsDesk e Spotify – installati tramite Snap.
Sfida vinta, almeno al momento. Adesso ho provato lo stesso esperimento sul computer di casa acquistato da poco, installando su una partizione non usata: anche qui, necessità di driver per la GPU AMD, ma resto perfetto. Sto ancora usando Kubuntu: in questi giorni da casa lavoro, non posso sperimentare e basta. Ma ogni tanto avvio Debian e continuo le prove: quando (e se) sarò sicuro che tutto funzioni, la installerò definitivamente.
Vi farò sapere.

Ancora nessun commento

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.