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Il 14 marzo 2013 ho conseguito il titolo di Dottore di ricerca in Scienze Umane, indirizzo in Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione, presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino; la mia tutor è stata la prof. Paola Fausta Maria Molina, ordinario di Psicologia dello Sviluppo.

Ho discusso una tesi dal titolo Gli adulti significativi al di fuori della famiglia: studio sull’esperienza dei bambini in età scolare, a conclusione di un lavoro di ricerca che mi ha impegnato per i tre anni della scuola di dottorato più uno di proroga. Propongo in questa pagina la sintesi della ricerca.

  Scarica qui la tesi di dottorato completa  

Introduzione e domande di ricerca

L’interesse per questo argomento nasce dalla constatazione, sperimentata anche in prima persona in anni di attività insieme ai bambini, che questi trascorrono molto tempo fuori casa, impegnati nella scuola e in varie attività extrascolastiche; la conseguenza è che frequentano quotidianamente tanti adulti al di fuori della famiglia, prima di tutto gli insegnanti a scuola, ma poi anche altri con i ruoli più diversi: allenatori di sport, istruttori di musica, animatori parrocchiali, catechisti; senza escludere poi amici di famiglia, vicini di casa e via di seguito.

Alcuni di questi diventano «significativi», nel senso che con loro un bambino stabilisce una relazione profonda, fatta di fiducia e di affetto, una relazione importante riconosciuta come tale anche dai genitori, che spesso anzi la apprezzano e la considerano un fondamentale contributo all’educazione dei propri figli.

Lo studio si colloca nel corpus delle ricerche sulle reti sociali dei bambini e gli adulti che ne fanno parte (settore della psicologia sociale); in particolare, si inserisce nel filone che considera gli adulti significativi in base alle funzioni sociali cui assolvono per i bambini (Weiss, 1974; Galbo, 1983; Furman e Buhrmester, 1985; Boosman et al., 2002): si tratta di studi su bambini in età prescolare o adolescenti, con riferimento soprattutto agli adulti entro la famiglia e agli insegnanti.
L’obiettivo della mia ricerca è stato quello di ampliare tale filone con dati relativi a bambini in età scolare e categorie di adulti non considerate nei precedenti studi.

Le domande di ricerca alle quali mi prefiggevo di rispondere erano cinque:

  1. Come trascorrono la giornata i bambini da 7 a 11 anni? Genitori e bambini la descrivono allo stesso modo?
  2. Quali adulti fanno parte delle loro reti sociali? Quanto tempo i bambini trascorrono con loro e che cosa fanno quando sono insieme?
  3. Quali sono gli adulti che i bambini considerano «significativi»? E quali quelli considerati tali dai genitori? Qual è il livello di accordo tra genitori e figli?
  4. Per quali motivi i genitori e i bambini considerano «significativi» gli adulti che hanno indicato? Qual è il livello di accordo tra genitori e figli?
  5. Esistono differenze nella composizione della rete sociale legate al livello socio-economico e culturale dei genitori?
 

I costrutti teorici di riferimento

Dopo aver esaminato una vastissima letteratura – che prende le mosse da due grossi filoni di ricerca, quello sull’attaccamento e quello sulle reti sociali, e della quale non riferisco in questa sede –, ho evidenziato alcuni costrutti teorici importanti sui quali lo studio poggia le sue fondamenta.

  • Relazioni significative.
    Sono relazioni fatte di frequenti interazioni e di vicinanza sia fisica che mentale continuativa tra i due individui coinvolti (nel nostro caso, un bambino e un adulto), tali per cui il bambino le ritiene più importanti rispetto alle altre di cui fa esperienza (Bombi, 2000).
  • Caratteristiche personali.
    Mi riferisco ai tratti caratteriali e/o alle modalità comportamentali che rendono l’adulto una persona piacevole per il bambino: una persona con la quale, al di là delle motivazioni pratiche e delle attività che i due svolgono insieme, al bambino faccia piacere stare (Galbo, 1983; Pinto e Di Prospero, 2000; Howes, Hamilton e Althusen, 2003).
  • Funzioni sociali.
    I membri della rete sociale di un bambino assolvono a funzioni diverse. Tra le diverse ricerche che hanno affrontato questo argomento, mi sono basato su quella del gruppo di lavoro di Kitty Boosman e colleghi (Boosman et al., 2002): la tabella mostra le funzioni da loro proposte e le relative sottofunzioni.
FUNZIONI SOTTOFUNZIONI
Supporto Supporto emotivo
Aiuto strumentale
Fornire informazioni
Compagnia
Conflitto
Controllo Stabilire norme
Fornire linee guida e valori
Punizioni
Gratificazione
Promozione dell’autonomia
Sostentamento
  • Diade primaria.
    Una diade primaria è una diade che continua a esistere fenomenologicamente per entrambi i membri di essa anche quando questi ultimi non sono insieme. I due membri sono l’uno nei pensieri dell’altro, sono oggetto di intensi sentimenti e continuano ad influenzarsi reciprocamente, dal punto di vista comportamentale, anche quando sono lontani (Bronfenbrenner, 1979, p. 104).

Alla luce delle ricerche e delle teorie rinvenute nella letteratura esaminata, ho proposto i seguenti criteri per definire il concetto di «adulto significativo»:

  1. Tra questo adulto e il bambino esiste una relazione significativa.
  2. Tra i due si è instaurato un legame psicologico forte, anche grazie alle caratteristiche personali dell’adulto.
  3. Questo adulto assolve per il bambino a specifiche funzioni sociali.

In letteratura gli adulti significativi di volta in volta evidenziati dalle ricerche sono nonni, insegnanti, ministri del culto, animatori del tempo libero, amici di famiglia e vicini di casa. Nella mia ricerca ho deciso di eliminare i nonni – in quanto il focus dello studio è sugli adulti esterni alla famiglia – e di suddividere gli animatori del tempo libero in allenatori e istruttori di discipline sportive, artistiche e culturali, e animatori dei centri di aggregazione (oratorio, centro estivo, gruppo scout, ecc.); e di aggiungere le figure di cura (p.es. baby-sitter) e i professionisti della cura (p.es. psicologi, logopedisti, terapeuti).

 

Il metodo

La ricerca aveva come obiettivo la raccolta di dati preliminari, in quanto non ne esistono in letteratura sulla fascia di età indagata in relazione a reti sociali più ampie di quelle considerate in precedenza (la famiglia e gli insegnanti). Mi sono quindi riproposto di analizzare e descrivere il fenomeno.

Il campione iniziale era formato da 673 bambini dalla 2ª alla 5ª classe di scuola primaria (49% M, 48% F), con caratteristiche analoghe a quelle della popolazione regionale piemontese; è stato reclutato attraverso 11 scuole primarie della provincia di Asti (3 di città, 8 di paesi), più alcune famiglie per conoscenza diretta.

Il campione finale, sul quale ho effettuato le analisi, è costituito dai bambini autorizzati dai genitori, esclusi quelli frequentanti la 2ª per problemi legati alla comprensione del questionario (verificati per mezzo di controlli con una serie di ANOVA). Si tratta di 250 bambini dalla 3ª alla 5ª classe (50% M, 50% F), senza differenze significative con quello iniziale a livello socio-economico, dunque analogamente rappresentativo.
L’età media è di 9 anni (DS = ,9; min = 7; max = 11). I bambini sono equamente distribuiti sulle tre classi frequentate, per la maggior parte sono nati in Italia (93%) e parlano l’italiano come prima lingua (90%); i loro genitori hanno in maggioranza un livello di istruzione e un livello di occupazione di tipo medio; i bambini frequentano per il 48% scuole di città, per il 51% scuole di campagna.

Mi sono servito di tre strumenti costruiti appositamente per la ricerca: due questionari e un’intervista; tuttavia, pur avendola somministrata a un certo numero di bambini, non ho utilizzato i dati dell’intervista, in quanto necessitano di una sistematizzazione più accurata cui non mi è stato possibile dedicarmici nel tempo a mia disposizione.

  1. Questionario per i genitori.
    Grandi e piccoli: gli adulti nella vita quotidiana dei bambini
    (Mangone e Molina, 2010).
    Il questionario aveva fondamentalmente tre scopi ed è stato costruito in sezioni per raggiungerli.
    La prima e la seconda sezione costituiscono una raccolta di dati sulla composizione del nucleo familiare e sulla vita scolastica del bambino, e l’obiettivo cui tendevano era appunto la conoscenza della situazione e delle abitudini di vita dei bambini del campione.
    La terza e la quarta sezione indagano quanto tempo il bambino trascorre insieme ai genitori e ad altri componenti della famiglia (fratelli maggiori, nonni, zii…), e che cosa è solito fare quando è insieme a ciascuno di loro; l’obiettivo era capire quanto siano “presenti” le figure adulte familiari nella vita dei bambini.
    La quinta e la sesta sezione del questionario – che sono anche le più corpose – sono infine dedicate agli adulti esterni alla famiglia: ho chiesto ai genitori chi siano gli adulti che il bambino frequenta durante la settimana e quanto tempo trascorrano insieme a loro, quali (sempre secondo i genitori che hanno compilato) sono quelli più importanti per il bambino, con quali il bambino ha stabilito un rapporto significativo e perché, infine a quale tra loro il bambino si rivolge per soddisfare determinati bisogni (secondo le categorie di Boosman et al., 2002).
    Il questionario è stato inviato ai genitori affinché lo compilassero a casa.
  2. Questionario per i bambini.
    Grandi e piccoli: le persone adulte che conosci e frequenti
    (Mangone e Molina, 2011).
    Il secondo questionario è stato costruito in due versioni parallele, una per i bambini e una per le bambine, così che ciascuno si sentisse chiamato in prima persona a rispondere con la declinazione giusta; inoltre, rispetto a quello per i genitori, è stato scritto con carattere più grande e leggibile ed è stato arricchito dalle illustrazioni della mia amica disegnatrice Elena Pianta.
    Analogo nel contenuto a quello per i genitori, il questionario chiedeva ai bambini come trascorrono la loro giornata durante l’anno scolastico, suddividendola nelle varie fasi prima e dopo l’orario di scuola, nel pomeriggio e la sera dopo cena; indagava poi che cosa fanno quando sono insieme a ciascuno dei genitori ed eventualmente ad altri adulti della famiglia; chiedeva poi di elencare gli adulti esterni con i quali trascorrono del tempo; infine, riferendosi nuovamente alle categorie di Boosman e colleghi, chiedeva ai bambini a chi si rivolgono per soddisfare determinati bisogni (questa domanda era ripetuta sia per gli adulti della famiglia, sia per quelli esterni). Da ultimo, vi erano due domande che chiedevano con quale degli adulti indicati il bambino si trova bene e per quali motivi.
    La compilazione del questionario, che è stato da me somministrato ai bambini nelle scuole aderenti, durante l’orario di lezione, ha richiesto mediamente un’ora, comprensiva della presentazione e della spiegazione; soprattutto per i bambini più piccoli (ma spesso anche per gli undicenni) è stato necessario fornire molte spiegazioni orali, non tanto rispetto alla comprensione delle domande (che sono risultate piuttosto chiare), quanto sui contenuti delle risposte, dei quali i bambini volevano essere certi.

I due questionari sono stati costruiti in parallelo, sul modello dell’intervista SCAMPI (Boosman et al., 2002), così che è stato possibile il confronto tra le risposte fornite dai genitori e quelle fornite dai bambini, per osservare il livello di concordanza.

 

I risultati

1. Come trascorrono la giornata i bambini da 8 a 11 anni? Genitori e bambini la descrivono allo stesso modo?

La tabella che segue presenta le varie attività praticate dai bambini durante una giornata tipo, così come sono emerse dalle risposte ai questionari.
Sono anche indicate le correlazioni significative tra le risposte dei bambini e quelle dei genitori; si ha correlazione quando l’attività riferita da un bambino è riferita anche dai genitori di quel bambino, diversamente dalle percentuali, che indicano più in generale quanti partecipanti hanno riferito quella attività.

QUANDO ATTIVITÀ BAMBINI GENITORI
Mattino Attività ricreative 22,4 3,2
Pranzo Alla mensa scolastica * 59,6 31,6
A casa * 54,8 58,8
Dai nonni o altrove * 6,4 3,6
Primo
pomeriggio
Studio 62,4 51,2
Attività ricreative 76,0 42,8
Attività extrascolastiche * 17,2 15,6
Tardo
pomeriggio
Studio 38,0 41,2
Attività ricreative * 80,4 58,0
Attività extrascolastiche 27,6 48,0
Dopo cena Studio * 9,2 10,8
Attività ricreative 92,8 65,6
Intimità con i genitori 4,0 10,4
Valori percentuali. * Correlazioni significative (p < ,05) tra bambini e genitori.

2. Quali adulti fanno parte delle loro reti sociali? Quanto tempo i bambini trascorrono con loro e che cosa fanno quando sono insieme?

La tabella che segue mostra gli adulti frequentati dai bambini al di fuori della famiglia, suddivisi nelle categorie che ho costruito in base alle risposte fornite ai questionari.

CATEGORIE BAMBINI GENITORI
Amici 12,6 5,8
Arte e cultura 8,0 15,4
Centri di aggregazione 2,4 3,1
Figure di cura ,8 2,4
Professionisti della cura ,3 1,4
Scuola 29,6 12,8
Sport 26,0 25,6
Vita di fede 12,7 14,9
Famiglia allargata ,3 1,1
Valori percentuali.

Come si vede, gli adulti maggiormente frequentati, a parte gli insegnanti di scuola, sono quelli legati alle attività sportive. Quanto agli insegnanti, in teoria avrebbe dovuto indicarli il 100% tanto dei bambini quanto dei genitori; ho ipotizzato che siano stati dati per scontati, soprattutto dai genitori, per cui hanno ottenuto basse frequenze di nomina.

Il 69% degli adulti indicati è costituito da donne, il 31% da uomini; il 38% ha un’età compresa tra 31 e 45 anni, il 30% tra 18 e 30 anni, il 28% tra 46 e 60 anni, il 4% è costituito da persone oltre i 60 anni.

La tabella che segue mostra il tempo trascorso dai bambini con gli adulti della cerchia familiare.

TEMPO CON LA MADRE CON IL PADRE CON I NONNI CON ALTRI PARENTI
Meno di un’ora 0,8 4,2 20,9 50,8
Da 1 a 3 ore 7,3 42,4 48,1 35,6
Da 3 a 5 ore 30,5 38,2 16,6 10,6
Più di 5 ore 61,4 15,1 14,4 3,0
Valori percentuali.

Salta all’occhio il fatto che la maggioranza dei bambini trascorre più di cinque ore al giorno con la madre, mentre è interessante notare che quasi la metà sta insieme al padre per la stessa quantità di tempo trascorsa insieme ai nonni (da una a tre ore al giorno).

Con gli adulti esterni alla famiglia, invece, lungo la settimana il 51% dei bambini trascorre da 1 a 5 ore, il 33% da 6 a 10 ore, il 13% da 11 a 20 ore e il 3% oltre 20 ore; da questo computo sono stati esclusi gli insegnanti e i componenti della famiglia allargata, che costituivano degli outlier.

La prossima tabella presenta le attività che vengono praticate dai bambini insieme agli adulti in famiglia, dandosi per scontato che, con quelli esterni, praticano le attività specifiche per le quali li frequentano.

ATTIVITÀ CON LA MADRE CON IL PADRE CON I NONNI CON ALTRI
PARENTI
BAM GEN BAM GEN BAM GEN BAM GEN
Studio 29,3 83,3 11,5 28,9 9,1 29,2 2,4 12,9
Di servizio * 38,2 42,9 19,3 16,7 25,7 18,2 12,8 4,5
Pasti 5,6 22,9 5,3 21,3 10,0 24,5 8,1 13,6
Ricreative 54,2 72,2 74,9 84,5 69,1 70,3 73,9 71,2
Extrascolastiche 3,6 13,9 1,6 8,4 ,9 2,6 ,9 ,8
Diadiche 20,1 44,5 11,9 37,2 22,6 24,0 25,6 31,8
Visite a parenti 2,0 2,0 2,5 ,4
Valori percentuali. * Correlazioni significative (p < ,05) tra bambini e genitori, soltanto nelle attività con la madre.

3. Quali sono gli adulti che i bambini considerano «significativi»? E quali quelli considerati tali dai genitori? Qual è il livello di accordo tra genitori e figli?

Nella seguente tabella sono riportate le percentuali di adulti considerati significativi dai bambini e dai loro genitori, suddivisi nelle categorie che ho già utilizzato per gli adulti frequentati.

CATEGORIE BAMBINI GENITORI
Amici 16,3 12,8
Arte e cultura 9,7 5,8
Centri di aggregazione 5,2 7,0
Figure di cura 2,3 4,5
Professionisti della cura ,2 1,3
Scuola 30,3 37,2
Sport 26,2 20,5
Vita di fede 9,3 9,6
Famiglia allargata ,4 1,3
Valori percentuali.

Si nota che la maggioranza degli adulti significativi si trova all’interno della scuola, seguita dai contesti sportivi e dagli amici di famiglia: la distribuzione rispecchia molto quella degli adulti frequentati. Il 68% degli adulti significativi è costituito da donne, il 32% da uomini; è interessante evidenziare che le donne ritenute significative sono il 22% delle donne frequentate, e lo stesso valore percentuale rappresenta gli uomini significativi rispetto agli uomini frequentati. Il 39% degli adulti significativi ha un’età compresa tra 31 e 45 anni, il 33% tra 46 e 60 anni, il 24% tra 18 e 30 anni, il 5% ha oltre 60 anni.

Molto più importanti ai fini della ricerca sono i dati riportati nella tabella che segue, relativi agli adulti considerati significativi rispetto a tutti quelli frequentati per ciascuna categoria.

CATEGORIE BAMBINI GENITORI
Amici 44,7 42,5
Arte e cultura 46,2 8,6
Centri di aggregazione 57,5 32,3
Figure di cura 100,0 38,9
Professionisti della cura 33,3 22,2
Scuola 33,2 33,5
Sport 49,6 18,3
Vita di fede 30,8 12,1
Famiglia allargata 50,0 40,0
Valori percentuali.

Osserviamo in questo modo le categorie che “esprimono” il maggior numero di adulti significativi: per i bambini sono le figure di cura (al 100%: significa che tutte le persone indicate sono anche ritenute significative), gli animatori dei centri di aggregazione e i membri della famiglia allargata; per i genitori sono gli amici di famiglia, le figure di cura e i componenti della famiglia allargata.

Ho poi analizzato il livello di accordo tra bambini e genitori (tabella seguente): i dati evidenziati indicano, in percentuale, quanti adulti, rispettivamente, indicati e considerati significativi dai bambini sono anche nominati e considerati significativi dai genitori.

ACCORDI SULLE NOMINE % ACCORDI SULLE NOMINE ACCORDI SUGLI ADULTI SIGNIFICATIVI % ACCORDI SUGLI ADULTI SIGNIFICATIVI
N 250 250 250 250
Media 1,47 34,28 ,24 11,53
DS 1,72 34,53 ,69 29,09
Minimo 0 ,00 0 ,00
Massimo 9 100,00 6 100,00
Somma 367 61

Si può facilmente notare che il livello di accordo è molto basso in entrambi i casi, superiore per quanto riguarda gli adulti nominati in generale (cioè, quelli frequentati dai bambini).

4. Per quali motivi i genitori e i bambini considerano «significativi» gli adulti che hanno indicato? Qual è il livello di accordo tra genitori e figli?

Ho suddiviso le motivazioni in due categorie, che comunque riprendono entrambe le «funzioni sociali» di cui al già citato lavoro di Boosman e colleghi (2002).

La prima tabella ci mostra i dati relativi a quelle che ho chiamato appunto funzioni sociali, cioè le funzioni che, nella rappresentazione mentale che ne hanno i bambini e i genitori, gli adulti considerati significativi incarnano in sé; ho aggiunto due voci che, pur non essendo funzioni sociali, costituiscono motivazioni molto importanti: le caratteristiche personali dell’adulto e l’attività che lui e il bambino svolgono insieme.

La seconda tabella mostra invece i dati relativi alle richieste sociali, che altro non sono che le funzioni sociali, però attivamente ricercate dal bambino in uno specifico adulto; rispondono, cioè, alla domanda «Da chi va il bambino per…»

FUNZIONI SOCIALI BAMBINI GENITORI
Supporto emotivo 11,9 22,4
Aiuto strumentale 6,3 1,9
Supporto informativo 9,7 3,8
Supporto amicale 15,1 11,5
Controllo: norme e valori ,4 14,1
Controllo: gratificazione 4,5 9,0
Sostentamento 1,1 9,6
Caratteristiche personali 55,7 13,5
Attività svolta 14,7 16,7
Valori percentuali.
 
RICHIESTE SOCIALI BAMBINI GENITORI
Essere consolato 37,6 17,9
Risolvere un problema 48,0 23,1
Confidare un segreto 28,7 11,5
Chiedere aiuto 54,5 30,1
Chiedere informazioni 59,9 51,9
Attività ricreative 37,3 28,2
Valori percentuali.

Poiché ai bambini era rivolta nel questionario una specifica domanda in tal senso, nella prossima tabella riporto i dati relativi alle richieste sociali per cui si rivolgono agli adulti in famiglia.

RICHIESTE SOCIALI CON LA MADRE CON IL PADRE CON I NONNI CON ALTRI PARENTI
Essere consolato 61 25 9 6
Risolvere un problema 54 32 8 6
Confidare un segreto 46 28 16 9
Chiedere aiuto 46 39 8 7
Chiedere informazioni 36 42 11 10
Attività ricreative 37 36 11 16
Valori percentuali.

Notiamo che i bambini si rivolgono alla mamma praticamente per tutte le necessità; sono alla pari con il papà per le attività ricreative, mentre si rivolgono preferibilmente a quest’ultimo per chiedere informazioni. Agli altri componenti della famiglia si rivolge una percentuale molto bassa di bambini.

Le ultime due tabelle riportano il livello di accordo tra bambini e genitori rispetto alle motivazioni per cui gli adulti vengono considerati significativi; accordo che, come si vede, è veramente molto basso.

FUNZIONI SOCIALI MIN MAX SOMMA MEDIA
(N = 250)
DS %
ACC.
Supporto emotivo 0 2 6 ,02 ,18 1,36
Aiuto strumentale 0 0 0 ,00 ,00 ,00
Supporto informativo 0 1 1 ,00 ,06 ,23
Supporto amicale 0 1 2 ,01 ,09 ,45
Norme e valori 0 0 0 ,00 ,00 ,00
Gratificazione 0 0 0 ,00 ,00 ,00
Sostentamento 0 0 0 ,00 ,00 ,00
Caratteristiche personali 0 2 9 ,04 ,23 2,04
Attività svolta 0 1 4 ,02 ,13 ,90
Totale 0 2 22 ,09 ,35 4,98
 
RICHIESTE SOCIALI MIN MAX SOMMA MEDIA
(N = 250)
DS %
ACC.
Essere consolato 0 1 9 ,04 ,19 2,04
Risolvere problemi 0 1 7 ,03 ,16 1,58
Confidare segreto 0 1 5 ,02 ,14 1,13
Chiedere aiuto 0 6 15 ,06 ,46 3,39
Chiedere informazioni 0 7 38 ,15 ,73 8,60
Attività ricreative 0 2 8 ,03 ,20 1,81
Totale 0 12 82 ,33 1,29 18,55

5. Esistono differenze nella composizione della rete sociale legate al livello socio-economico e culturale dei genitori?

Ho rilevato alcune differenze significative nel numero degli adulti frequentati e nel tempo trascorso con loro legate alla nazionalità, all’età, al livello di istruzione, all’occupazione e al reddito dei genitori.
Tuttavia, occorrono analisi più approfondite e, soprattutto, è necessario identificare tipologie di famiglie considerando anche l’orario di lavoro dei genitori, la disponibilità di parenti, ecc. Non è pertanto possibile offrire, al momento, risultati anche solo preliminari sulla base dei dati in mio possesso.

 

Discussione dei risultati

La descrizione della giornata dei bambini ci mostra che l’esperienza al di fuori della famiglia è molto rilevante, forse più di quanto ci dica la rappresentazione che ne abbiamo. Sono molto importanti gli adulti frequentati dai bambini al di fuori della famiglia, anche nella rappresentazione che ne hanno i genitori.

Lo studio ha messo in luce quali sono le categorie di adulti frequentati dai bambini al di fuori della famiglia, che fanno quindi parte delle loro reti sociali. In percentuale, ai primi posti – oltre agli insegnanti di scuola – vengono nominati allenatori e istruttori di discipline sportive, artistiche e culturali; adulti legati alla vita di fede; amici di famiglia. La maggioranza è costituita da donne. I miei dati sono in linea con quelli ricavati dalle precedenti ricerche sugli adolescenti.

La ricerca ha evidenziato che i bambini selezionano adulti significativi maggiormente tra le figure di cura e i centri di aggregazione; i genitori, invece, reputano significativi adulti provenienti dalle categorie amici e famiglia allargata.
Le caratteristiche personali dell’adulto e il supporto amicale sono le motivazioni maggiormente addotte dai bambini, in linea con le teorie di riferimento; i genitori richiamano invece il supporto emotivo, l’attività svolta insieme e il controllo.
In generale, i bambini si rivolgono agli adulti significativi soprattutto per ottenere informazioni e aiuto.

L’accordo tra bambini e genitori – tanto sugli adulti scelti come significativi, quanto sulle motivazioni addotte – è piuttosto basso, segno che è difficile per i genitori avere una rappresentazione del pensiero dei propri figli su questo argomento.
I dati sono in linea con quelli degli studi sui bambini in età prescolare, anche se Boosman e colleghi (2002) ipotizzavano che con l’aumentare dell’età dei bambini il livello di accordo aumentasse, fatto non confermato dal mio studio.

Posso mettere in evidenza i seguenti limiti della mia ricerca:

  • Il campione è stato reclutato in una piccola realtà locale (la provincia di Asti), ancorché presenti caratteristiche analoghe alla popolazione regionale.
  • Buona partecipazione complessiva alla ricerca: quasi il 50% dei genitori contattati ha compilato il questionario; tuttavia, meno della metà di questi ha dato il consenso a lavorare con i bambini.
  • Gli item sulle funzioni sociali del questionario per i genitori non differenziano familiari da adulti esterni: questo ha reso difficile il confronto con le risposte dei bambini.
  • Il tempo trascorso tra la compilazione del questionario dei genitori e la somministrazione di quello ai bambini è stato talvolta eccessivo, per cui spesso gli adulti frequentati dai bambini sono nel frattempo cambiati.
 

Riferimenti bibliografici

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Bronfenbrenner U. (1979), The Ecology of Human Development. Experiments by Nature and Design, Cambridge, Harward University; tr. it. Ecologia dello sviluppo umano, Bologna, Il Mulino, 1986.

Cassibba R. (2003), Attaccamenti multipli, Milano, Unicopli.

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Furman W., Buhrmester D. (1985), «Children’s Perceptions of the Personal Relationships in Their Social Networks», Developmental Psychology, 21, 1016-24.

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Galbo J.J., Demetrulias D.M. (1996), «Recollections of nonparental significant adults during childhood and adolescence», Youth and Society, 27, 403-20.

Howes C., Hamilton C.E., Althusen V. (2003), «Using the Attachment Q-set to Describe Non-familial Attachment», in B. Vaughn, E. Waters (eds.), Attachment, Mahwah, Erlbaum.

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Riva Crugnola C. (2007), Il bambino e le sue relazioni. Attaccamento e individualità tra teoria e osservazione, Milano, Raffaello Cortina.

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