Genitori moderni: svegliatevi!

 

 

Ieri sono stato al Lago Blu di Cervinia. Un posto incantevole, come tanti che ci offre la nostra incantevole Valle d’Aosta.
Il lago con i suoi mille colori, le sue anatre e gli anatroccoli, i suoi pesci guizzanti. Intorno, i prati verdi, i pini e i fiori di montagna. Davanti, il Cervino che si stagliava su un cielo blu profondo, macchiato qua e là da piccole nuvole di soffice bianco.
Ci si poteva dipingere un quadro, o scattare foto come ho fatto io.

Poco distante da me, una famigliola: papà e mamma piuttosto giovani e un bimbetto di poco meno di due anni (lo so perché ho sentito la madre che lo diceva a un’altra persona). Hanno pranzato.
Poi il bimbo scalpitava, voleva correre in quel prato verde, su quell’erba morbida che era un piacere sentirla sotto i piedi scalzi. No: la mamma lo richiamava costantemente, e il padre lo inseguiva, lo prendeva di peso e lo costringeva sulla stuoia.
Poi c’era un piccolo sentiero, proprio davanti a loro, e il bimbo voleva camminarci su. No: ancora richiamato e riportato alla base.
Poi c’era il lago, e magari al bimbo sarebbe piaciuto tanto bagnarcisi i piedini, toccare l’acqua con le manine, guardare i pesci e le paperelle. No: meglio fermo e immobile sulla stuoia.

Ma il brivido alla schiena mi è venuto quanto, dopo averlo richiamato e costretto mille volte, dopo avergli impedito di fare ciò che qualunque bambino DOVREBBE poter fare SEMPRE, ma specialmente in montagna — cioè immergersi nella natura, viverla, diventare tutt’uno con essa —, ecco che la mamma propone: «Dai, guardiamo un video!»
Prende lo smartphone, cerca un video, lo mette tra le mani del bimbo. Il quale, ligio al dovere — e sicuramente rassegnato —, lo prende e guarda il video.

Tristezza infinita. Il Lago Blu, il Cervino, i prati, la natura immensa che dovrebbe essere insegnata a ogni bambino. E, proprio lì, un bambino di due anni che tiene tra le mani uno smartphone e guarda un video.

Genitori moderni: svegliatevi!

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