Oggi nasce la seconda rubrica del mio sito. Dopo Pensieri in punta di penna — che ha visto la luce lo scorso aprile e che contiene poesie, racconti, stralci di canzoni o di libri, pensieri sparsi che ho piacere di condividere con i miei lettori —, ecco a voi Vivere dopo.
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Oggi nasce la seconda rubrica del mio sito. Dopo Pensieri in punta di penna — che ha visto la luce lo scorso aprile e che contiene poesie, racconti, stralci di canzoni o di libri, pensieri sparsi che ho piacere di condividere con i miei lettori —, ecco a voi Vivere dopo.

Ieri sono stato a far visita ai miei genitori. A un certo punto, mio padre mi ha portato una copia del suo libro di poesie. Lo ha fatto stampare nel 2005 — sono già passati quindici anni… —, raccoglie un buon numero di poesie (ben 76) che aveva scritto negli anni precedenti. Un libro mai pubblicato, stampato in pochissime copie, regalate a pochissimi privilegiati. Quando vivevo con i miei, ovviamente, avevo letto la copia che stava a casa. Ma poi non ne avevo mai avuto una mia. Adesso sì, oltretutto autografata dall’autore!

Sono belle, tutte. Papà ha sempre scritto bene e forse un po’ ho “ereditato” da lui questa competenza. Allora gli ho chiesto se gli dispiacesse che le pubblicassi sul mio sito; ha detto di no. Dunque, ecco. Da oggi, ogni domenica in questa nuova rubrica settimanale potrete trovare una delle poesie di mio padre Lino. Per 76 settimane. Perché sono belle. Perché valorizzano il mio sito. E perché ho piacere di dare visibilità a un lavoro che non ne ha avuta, ancorché la meritasse.

Il libro, ovviamente, si intitola Vivere dopo.

La foto che contraddistinguerà la rubrica ritrae il paese di Vinadio, in Valle Stura, provincia di Cuneo. Per quarant’anni la mia famiglia ha avuto lì un piccolo ma accogliente alloggio: la “casa in montagna”. Per almeno venticinque di quei quarant’anni la casa è stata la meta delle nostre vacanze estive e invernali, di Carnevale e di Pasqua, e di innumerevoli fine settimana. E per tutti i quarant’anni, per mio padre è stata simbolo di riposo, di pace, di ristoro dalla frenetica quotidianità. Mio padre ha sempre amato Vinadio, tanto da dedicarvi una delle sue poesie. E io dedico a lui, e al suo libro, questa foto, che ho scattato nell’inverno del 2007.

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