Entro la fine di novembre i consigli di classe hanno il compito di predisporre il Piano Didattico Personalizzato per gli alunni con DSA. Attiviamo i contatti con la scuola per essere correttamente coinvolti.
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Entro la fine di novembre i consigli di classe hanno il compito di predisporre il Piano Didattico Personalizzato per gli alunni con DSA. Attiviamo i contatti con la scuola per essere correttamente coinvolti.

 

Il modello di Piano Didattico Personalizzato (PDP) regionale, entrato in vigore lo scorso anno scolastico 2019-20, contiene all’inizio, nella Guida per la compilazione, un’indicazione relativa ai tempi:

«La parte prima deve essere completata entro il primo trimestre dell’anno scolastico o entro tre mesi dalla presentazione della certificazione diagnostica».

Tale formula riprende in pieno quella contenuta nelle Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento, pubblicate dal MIUR nel 2011, nel paragrafo 3.1 Documentazione dei percorsi didattici (pag. 8):

«la scuola predispone, nelle forme ritenute idonee e in tempi che non superino il primo trimestre scolastico […]».

Dunque, a parte il caso di ragazzi la cui certificazione pervenga alla scuola in corso di anno scolastico, novembre è il mese di “scadenza” per la predisposizione o la revisione del PDP.

Quando si tratti di compilare tale piano per la prima volta, oppure all’inizio di un nuovo ciclo di scuola, accade pressoché sempre che i genitori e gli specialisti che seguono l’alunno (tipicamente il neuropsichiatra infantile e il logopedista) vengano convocati dal coordinatore di classe per un colloquio preliminare, al fine di conoscere meglio il ragazzo e le sue specifiche difficoltà. Solitamente, oltre al coordinatore sono presenti il referente DSA della scuola e gli insegnanti prevalenti; talvolta, partecipa anche il dirigente.

Quando poi il consiglio di classe si riunisce per discutere e predisporre il PDP, non necessariamente richiede la partecipazione di figure esterne alla scuola. I genitori solitamente non sono ammessi, mentre a volte vengono chiamati gli specialisti.

È invece abitudine molto rara che genitori e specialisti vengano convocati o anche solo sentiti, quando si tratti di “rinnovare” un PDP già compilato negli anni precedenti, anche se io ritengo che pure in questo caso sia molto opportuno.

Siamo all’inizio di ottobre. Il mio consiglio alle famiglie di alunni con DSA è quello di non aspettare di essere chiamati dalla scuola, ma contattare in questi giorni il coordinatore di classe, chiedendo di fissare un colloquio per rivedere insieme il PDP oppure di poter partecipare al consiglio di classe che se ne occuperà.

Questo perché, anche se non sempre le scuole lo prevedono, il pieno coinvolgimento dei genitori è fondamentale affinché il percorso didattico di ciascun alunno sia il più possibile coerente a scuola e a casa, e tenga davvero conto delle difficoltà reali che il ragazzo incontra.

È per questo che nelle già citate Linee guida del MIUR possiamo leggere (pag. 8):

«Nella predisposizione della documentazione in questione è fondamentale il raccordo con la famiglia, che può comunicare alla scuola eventuali osservazioni su esperienze sviluppate dallo studente anche autonomamente o attraverso percorsi extrascolastici».

I genitori, poi, hanno il pieno diritto di farsi accompagnare nei colloqui dagli specialisti che ritengono importanti, oppure di chiedere che gli insegnanti li incontrino o comunque li coinvolgano nella compilazione del PDP. Se coordinatori o dirigenti mostrano ritrosia, consiglio ai genitori di essere fermi e risoluti, dal momento che si tratta non di una scelta lasciata all’autonomia delle singole istituzioni scolastiche, bensì di un diritto delle famiglie, garantito dalla normativa in vigore.

In qualità di consulente specializzato nei disturbi dell’apprendimento, io sono a disposizione delle famiglie per rivedere insieme il PDP, apportare le opportune correzioni da proporre alla scuola, partecipare ai colloqui e, se necessario, alle riunioni del consiglio di classe dove se ne discuterà.

Molte istituzioni mi consentono di essere presente a tali incontri, alcune addirittura mi coinvolgono chiamandomi espressamente. Altre contestano la mia partecipazione, così come quella degli operatori sanitari, adducendo giustificazioni o regole che non hanno ragione di esistere. Chi più di me, infatti, che conosco e seguo i ragazzi con costanza lungo il loro percorso di studio, ha le competenze e l’esperienza per confrontarsi con gli insegnanti sulle modalità didattiche e sugli strumenti più adatti a ciascuno?

Contattatemi per un appuntamento: potremo approfondire questo argomento e lavorare insieme sul PDP dei vostri figli, creando con la scuola una “rete” che possa essere veramente utile a voi, agli insegnanti e, soprattutto, ai vostri figli.

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