Condividi: 117        Domenica mi è arrivato tra le mani il computer della figlia di un’amica, un netbook Asus X206H: portatile pratico e funzionale, batteria di lunga durata, leggero e veloce. Dotato di processore Atom, 4 GB di RAM e memoria SSD da 32 GB, gira con Windows 10 preinstallato. Obiettivo del mio intervento: aggiornare il sistema operativo […]

Domenica mi è arrivato tra le mani il computer della figlia di un’amica, un netbook Asus X206H: portatile pratico e funzionale, batteria di lunga durata, leggero e veloce. Dotato di processore Atom, 4 GB di RAM e memoria SSD da 32 GB, gira con Windows 10 preinstallato. Obiettivo del mio intervento: aggiornare il sistema operativo al rilascio 1803, dal momento che da tempo continuava a segnalare la necessità dell’upgrade che, tuttavia, non veniva effettuato automaticamente.
Mi sono dunque messo all’opera convinto che ci avrei impiegato non molto tempo: avevo infatti già eseguito la stessa operazione tanto sul computer dello studio, tanto sulla macchina virtuale Windows 10 ospitata dalla workstation di casa. Invece, il primo problema si è presentato fin da subito: lo spazio su disco era insufficiente. Già, un SSD da 32 GB si riempie facilmente e, anche se la proprietaria del netbook ci tiene soltanto qualche foto, un po’ di musica e neppure tantissimi documenti di scuola, i 2 GB disponibili non erano abbastanza per ospitare anche i file di aggiornamento.
Come consigliato dallo stesso Windows, ho allora collegato al netbook un disco esterno, e il problema dello spazio è stato superato. Per poco. Non appena iniziata l’installazione dell’aggiornamento, infatti, ecco comparire di nuovo l’avviso di spazio insufficiente, che questa volta neppure la presenza del mio hard disk esterno serviva ad aggirare. Immediato backup di tutti i file utente e cancellazione dei medesimi dal SSD: recuperato un paio di gigabyte, ma ancora non bastava. Disinstallazione di tutti i programmi presenti (meglio ancora – mi sono detto –, tanto poi li avrei reinstallati aggiornati): liberati altri giga, e questa volta la spunta verde mi confermava che potevo procedere.
Manco a dirlo, la prima volta l’installazione non è andata a buon fine, senza un motivo apparente; al secondo tentativo, tutto ok. Aggiornamento concluso, svariati riavvii automatici, poi finalmente la schermata di login. Ho digitato la password, ed ecco, sorpresa: «password errata». Ho riprovato più volte, ma niente. Ho riavviato il netbook, ed ecco un’altra sorpresa: password accettata ma desktop tutto nero ed errore di sistema! Niente rete, niente audio, menu non funzionante, impossibile aprire qualunque programma. Insomma: Windows impallato! Il problema era che non potevo nemmeno avviare il ripristino di sistema…
Così ho provato con il ripristino completo, facendo il boot dall’apposita partizione. Niente, niente, niente! La procedura si bloccava a metà, restituendo il laconico messaggio di ripristino impossibile.
Dopo aver tentato e ritentato più volte, mi sono definitivamente arreso: ho formattato e reinstallato Windows da zero, ovviamente già nella versione 1803 – che, lo ricordo, non è la più recente; l’ultima (1809), infatti, continua ad avere problemi e Microsoft, dopo averla rilasciata, ne ha sospeso la distribuzione –, ottenendo un sistema pulito e funzionante. Ho poi ripristinato tutti i file utente dal backup e reinstallato anche tutti gli applicativi. E dopo una decina di ore di lavoro il netbook ha ripreso vita! Ma che fatica! Davvero, questi netbook con poco spazio disco non vanno d’accordo con gli aggiornamenti di sistema.
Almeno, non di un sistema Windows, giacché con Linux non ci sarebbe stato mai bisogno di un lavoraccio del genere!

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